Giada Palermini

Evoluzione semantica dell’aggettivo красный nella lingua russa

 

A differenza di quanto possa sembrare, anche i termini di colore basici (Berlin B. Kay P., 1991²) possono subire un significativo cambiamento semantico nel corso del tempo: un chiaro esempio è costituito dalla parola красный ‘rosso’.

La radice indoeuropea *rudh- che, con ogni probabilità aveva il ROSSO come valore focale, si è stabilizzata nelle lingue antiche: sanscrito rudhiras, greco έρυδρός , latino ruber, slavo antico рьдръ ,e si è conservata nelle più importanti lingue europee fino ai nostri giorni: francese rouge, inglese red, tedesco rot, italiano rosso. In relazione alle lingue slave, questa radice indica non un colore propriamente rosso, ma diverse sfumature, come il rame o il marrone, ad esempio: polacco rudy, serbo-croato руд, ucraino рудий, bielorusso руды, russo рыжый, russo dialettale рудой.

Al posto della forma indoeuropea *rudh- , nelle lingue slave (ivi comprese le altre due lingue slave orientali) è la radice *červ[1]- che dà origine agli aggettivi indicanti un colore propriamente rosso: ucraino червонии, bielorusso чырвоны, polacco czerwony, ceco červeny, bulgaro червен, ecc.

Il russo invece rappresenta un caso isolato anche all’interno della sua “famiglia”: i cromonimi, derivati dalla radice slava *červ-, sono ormai caduti in disuso nella lingua russa contemporanea. Infatti, già a partire dal XVII secolo, essi cominciano ad essere soppiantati da un nuovo aggettivo di colore, o meglio da una parola già esistente nella lingua che da quel momento assumerà anche la funzione di cromonimo: красный (Bachilina, 1975).

L’aggettivo красный, di origine slavo-comune, nell’antico significato di красивый ‘bello’, прекрасный ‘bellissimo’ è presente in tutte le lingue slave moderne: ceco e slovacco krásny, serbo красан, polacco (leggermente arcaico) krasny, ucraino красный, bielorusso красный. In russo invece conserva soltanto qualche traccia di questo uso originario.

In un commentario del 1788 di I. A. Boltin, Примечания на историю и нынешния России Леклерка, сочиненные генерал-майором Иваном Болтиным [Annotazioni sulla storia e la situazione attuale della Russia di Leclerque, scritte dal general-maggiore Ivan Boltin], si commenta la storia dei costrutti con la parola красный:“ Слово красный, -ая, -ое есть славянское, значит леп, пригож, а русские перенесли его к красному цвету, по превосходству сего цвета пред прочими, каковым он на глаза их казался. Не знаю я , было ли у русских красному цвету собственное название, кроме слова алой, коим ныне густо-розовый цвет называем; славяне ж называли его чермный, червленый и румяный. В книгах славянских и доныне словo красный осталось в первобытном его смысле, а в языке русском означением чермного цвета. Однако ж и в нынешнем языке русском есть множество речей, в коих слово красный в первобытном приемлется, яко красное солнце, красный день, прекрасное строение, местоположение, красная девица и проч. (...) В Москве называется и попыне красное крыльцо, красная площадь, не потому чтоб были оне некогда красною краскою выкращены; но по их пригожеству, благолепию.” [La parola красный, -ая, -ое è slava, significa bello, sereno e i russi l’hanno spostata al rosso, per la preminenza di questo colore sugli altri, quale esso sembrava ai loro occhi. Non so se i russi avessero una denominazione per il colore rosso, oltre alla parola алой[2], che oggi definiamo rosa acceso; gli slavi lo chiamavano чермный, червленый e румяный. Nei libri slavi[3] e anche oggi, la parola красный mantiene il significato primitivo, mentre in russo quello di rosso. Tuttavia, nella lingua russa odierna, ci sono un gran numero di modi di dire nei quali la parola красный viene intesa nell’accezione originaria, come bel sole, bella giornata, bellissimo edificio, luogo, bella ragazza, ecc. (…) A Mosca tuttora si dice ala rossa, piazza rossa, non perché un tempo fossero verniciate di rosso, ma per la loro bellezza, la loro grandiosa bellezza][4] (in: Mokienko, 1986:22).

E’ dunque importante considerare la storia di questo vocabolo, la sua etimologia, per poter comprendere la sua evoluzione semantica.

Nell’ Историко-этимологический словарь [Dizionario storico-etimologico] di P. Ja Černych, all’aggettivo красный vengono attribuiti tre significati principali:“ 1) один из основных цветов радуги, цвет кровы; 2) революционный; крайне левый по политическим убежденями; 3) устар. прекрасный, красивый (красная девица, Красная площадь и т. п.) В. знач. “ прекрасный ”, “ красивый ” слово первоначально было общеславянским ” [1) uno dei colori fondamentali dell’arcobaleno, il colore del sangue; 2) rivoluzionario; orientamento politico di estrema sinistra; 3) arcaico bellissimo, bello (bella ragazza, bella piazza ecc.). Nel significato di “ bellissimo ”, “ bello ” la parola era inizialmente comune alle lingue slave] (1994:440). Il dizionario fornisce informazioni riguardo al periodo storico in cui la parola entra nella lingua, con riferimenti alle opere letterarie dell’epoca. Ecco ad esempio come ci viene illustrata la parola красный:“ как обозначение цвета ― по крайней мере с XV в. : в “ Хронографе ” Пахомия Логофета 1442 г. (...), в Никон. л.1476 г., (...), а м. б., даже с XIV в. (...) в “ Хождении ” Стефана Новгородца ” [come cromonimo, almeno dal XV secolo: nel “ Chronograf ” di Pachomij Logofet (Pacomio Logoteta) del 1442 (…), negli annali di Nikon del 1476, (…) e forse persino dal XIV secolo (…) nel “Choždenie” di Stefan di Novgorod] (ibid.).

Nella lingua russa moderna красный è innanzitutto un cromonimo basico; i significati di красивый ‘bello’ ma anche di нарядный ‘festoso’, украшенный ‘abbellito’, почётный ‘d’onore’, ценный ‘prezioso’, дорогой ‘costoso’, ясный ‘chiaro’, светлый ‘luminoso’ sono considerati arcaici o comunque sono utilizzati nel registro poetico-popolare (Ušakov D.N.,1935-1940).

Tuttavia, con l’aggiunta del prefisso пре- la parola красный riperde la nuova accezione cromatica: прекрасный significa infatti ‘bellissimo’, ‘magnifico’, ‘eccellente’.

Il prefisso пре- intensifica il tratto cromatico soltanto nella combinazione красный-прекрасный ‘rosso-arcirosso’.

Tornando alla storia del vocabolo, nei monumenti letterari antichi di svariati generi, dal Canto della schiera di Igor’ (1185) alla letteratura ecclesiastica, non si trovano esempi in cui красный abbia un’accezione cromatica: il significato principale è quello di ‘bello’ nonché di ‘buono’, ‘festoso’, ‘gioioso’, ‘d’onore’. Così, nel Canto della schiera di Igor’, “ Помчаша красныя девки половецкыя ” [Ghermirono le belle ragazze cumane] questo aggettivo esprime il significato di ‘bello’, ‘bellissimo’.

L’accezione di ‘luminoso’, ‘chiaro’ è palese nell’encomio di Jaroslav al sole:“ Светлое и тресветлое слънце! Всем тепло и красно еси ” [Chiaro tre volte chiaro sole! Tiepido a tutti e bello tu sei![5]]. Anche nei monumenti letterari ecclesiastici, oltre al significato più comune di ‘bello’, ci sono casi in cui красный sta per ‘degno’, ‘migliore’ :“ Многом жесточаниемь душю просвети, пощениемъ красьніъйшю показа ” [con tanta macerazione l’anima illuminò, cpn il digiuno più belle la mostrò] ma anche ‘gioioso’, ‘piacevole’:“Пъснь поеть красну ” [Sta cantando una canzone gioiosa][6].

Nella letteratura agiografica questo aggettivo esprime dunque qualità positive dal punto di vista della morale cristiana.

Anche successivamente, nel XV, XVI, XVII secolo esso conserva il suo antico ruolo di attributo atto a definire qualsivoglia caratteristica positiva: in questo modo, красный si distacca dal significato originario di ‘bello’, acquisendo lo status di lessema polisemantico applicabile a qualsiasi oggetto o circostanza (paragonabile all’attuale хороший, utilizzato per esprimere le più diverse qualità positive).

E’ forse proprio questa sua polisemia che ha contribuito a conferirgli un nuovo significato, il significato cromatico, per l’appunto.

Infatti, molti oggetti di colore rosso erano nello stesso tempo anche belli, preziosi: красный мрамор, un marmo bellissimo e pregiato di colore rosso; красный камень, pietra preziosa di colore rosso; красная птица, un uccello costoso dal piumaggio rosso. Anche gli abiti rossi erano considerati un attributo delle famiglie altolocate e di conseguenza solenni, costosi, poiché realizzati con stoffe pregiate come la seta e la lana, ma soprattutto per l’elevato costo della stessa sostanza colorante.

In altri casi, è arduo ricostruire il significato di красный: ad esempio, cos’erano le красные ложки, cucchiai rossi o semplicemente belli? Lo stesso si dica per красные пития, che poteva indicare i vini rossi o le bevande costose e pregiate.

E’ difficile datare con precisione il primo caso in cui si registra l’uso di красный come cromonimo. Nei lavori dedicati all’argomento, gli esempi portati riguardano un lasso di tempo di circa duecento anni, oscillando dal XIV al XVI secolo [7].

In alcuni documenti di Novgorod, nei кабальные книги[8] (1594), la parola красный viene spesso utilizzata per descrivere l’aspetto esteriore dei debitori, in riferimento al colore degli occhi. Nella maggior parte dei casi (sessantotto, secondo il conteggio di Unbegaun, 1963) si riscontra la combinazione красно-серый ‘rosso-grigi’, mentre più raramente quella di очи красны ‘occhi rossi’. Nel primo esempio si può supporre che l’aggettivo красный avesse la funzione specifica di qualificare le sfumature più chiare di occhi grigi (definiti a volte белые ‘bianchi’) o, al contrario, le tonalità più accese (come l’azzurro o il blu). Più enigmatica è l’espressione очи красны: qui probabilmente, il significato è quello di очи светлые ‘occhi chiari’, очи ясные ‘occhi luminosi’, combinazioni che non sono attestate nei suddetti documenti.

E’ chiaro che negli esempi citati красный non aveva ancora acquisito il significato attuale.

Nei monumenti del XVI-XVII secolo, soprattutto in ambito commerciale, l’attributo красный era molto utilizzato in speciali combinazioni di parole: красный лес (bosco rosso) ‘bosco di conifere’, красная рыба (pesce rosso) ‘pesce pregiato’, красный сандал (sandalo rosso) ‘sandalo’, красная кожа (pelle rossa) ‘cuoio’.

E’ per l’appunto in queste combinazioni che si realizza la possibilità di una collimazione semantica nella sovrapposizione di colore e qualità, e si concretizza prima che altrove l’uso dell’aggettivo come cromonimo. Ad esempio, красный лес ‘bosco di conifere’ si chiama così per il colore e per la qualità del legno; красная рыба indica il pesce di ottima qualità come il salmone che pure è di colore rosato; красный сандал è un legno di color rosso molto pregiato; красная кожа, il cuoio, si contrappone alla pelle nera, ritenuta di qualità più scadente.

Nel corso del XVII secolo, essendo sempre più utilizzato in qualità di cromonimo, l’aggettivo красный, se in un primo tempo è sinonimo di червленый, che nella lingua russa antica indicava il colore rosso, in seguito lo soppianterà definitivamente.

Nella letteratura del XVIII secolo, esso conserva ancora una posizione sui generis: ormai comune nel significato cromatico, viene ancora impiegato come aggettivo atto ad esprimere le più svariate qualità positive. In questo periodo entrano in gioco anche differenze stilistiche, nel senso che il termine di colore красный è considerato stilisticamente neutro, e pertanto viene usato in tutti gli stili del discorso; nell’antico significato è invece prevalentemente utilizzato in poesia, prosa , o comunque nello stile elevato. Alcuni scrittori del XVIII secolo sfruttavano questo duplice ruolo di красный, usandolo in entrambe le accezioni in uno stesso testo:“ Краснейшая изъ женъ ― сказалъ онъ ― любезная дочь Арминова! Не далеко отсюда в море на скале высокой, растет дерево; красны кажутся плоды его издали ” [La donna più bella ― egli disse ― è la cara figlia di Arminov! Non lontano da qui nel mare, sull’alta rupe, cresce un albero; da lontano i suoi frutti sembrano rossi] (Московский Журнал, III: 146; in Bachilina, 1975:171).

Il cambiamento semantico della parola красный si riflette sul fondo lessicografico della lingua russa che, nonostante l’apparente fissità, subisce anch’esso lente trasformazioni: tale cambiamento determina infatti la scomparsa del lessema червленый e nello stesso tempo la formazione di un nuovo termine, красивый, che prende il posto dell’antico красный.

Nei monumenti del XVII secolo non esisteva ancora un esatto corrispondente dell’antico красный, ma potevano trovarsi diversi termini a seconda del tema trattato e del genere letterario, come ad esempio: хороший ‘buono’, украшенный ‘abbellito’, изрядный ‘egregio’, веселый ‘ameno’, дивный ‘stupendo’.

La parola красивый compare nella seconda metà del XVII secolo, ma in quel periodo gli esempi sono ancora scarsi: il significato originario di красный continua infatti a sopravvivere e pertanto il nuovo termine veniva recepito quasi come un doppione. Soltanto nel secolo successivo conquista un posto centrale nella lingua, con la funzione di esprimere il concetto di bellezza. Dal punto di vista morfologico, la comparsa di красивый è quasi scontata: in realtà, la formazione di aggettivi mediante il suffisso -ив-da una radice nominale o verbale era un metodo comune nella lingua letteraria sin dai tempi più antichi.

Per tornare ai significati attuali di красный, la sua antica accezione si è conservata in alcuni costrutti, ormai più o meno sclerotizzati, d’uso corrente, come ad esempio: красная девица ‘bella ragazza’, красный день ‘bella giornata’, красное солнце ‘bel sole’, красное лето ‘bella estate’.

Alcune di queste locuzioni provengono dal folclore, importante fonte da cui attinge il patrimonio fraseologico russo: esse sono caratterizzate dall’unione di un sostantivo con un постоянный эпитет [“ attributo costante ”] (Kreisberg, 2001:92), cioè si tratta di “combinazioni univoche (o quasi) ” (ibid.).

L’espressione красная девица entra nella lingua letteraria per indicare le giovani e belle popolane che dovevano essere anche timide e riservate, si vergognavano di parlare davanti agli sconosciuti e arrossivano. In seguito questa combinazione di parole assume un significato figurato: infatti, in riferimento a un giovane ragazzo, si usava l’espressione покраснеть как красная девица ‘arrossire come una bella ragazza’, cioè una comparazione fissa. Senza la congiunzione comparativa как ‘come’, l’espressione красная девица diventa nella lingua letteraria un’unità fraseologica che indica un giovane timido e riservato:“ Нехлюдов, оказалось, был очень стыдлив, потому что каждая малость заставляла его краснеть до самых ушей... Володя и Дубков... называли его красной девушкой. (Л. Толстой. Отрочество) ” [Nechljudov, venne fuori, era molto pudico perché ogni nonnulla lo faceva arrossire fino alla radice dei capelli… Volodja e Dubkov lo chiamavano bella ragazza (lett. ragazza rossa). (L. Tolstoj. Adolescenza)] (Felicyna, Mokienko, 1990).

Oggi questa espressione, divenuta ormai idiomatica si utilizza, anche in modo scherzoso, per caratterizzare un ragazzo timido, insicuro nei rapporti interpersonali, che si imbarazza soprattutto con le ragazze.

Non sempre le persone di madrelingua russa risalgono a questo significato originario; a maggior ragione, gli stranieri che studiano il russo percepiscono la parola красный soltanto nel suo significato cromatico attuale.

L’espressione Красная площадь inizialmente significava bella piazza (piazza da parata), ma nelle varie lingue del mondo viene tradotta non nel suo significato storico-etimologico bensì in quello moderno: it. piazza Rossa, ing. Red square, franc. place Rouge.

Anche nel costrutto с красной строки (lett. dalla riga rossa) ‘a capo’, l’aggettivo красный ha il significato di:“ красивый, раскрашенный яркими, преимущественно красными красками ” [bello, colorato con tinte forti, prevalentemente rosse] (Felicyna, Mokienko, 1990). Infatti, negli antichi manoscritti, le lettere iniziali di ogni capoverso si distinguono dal resto del testo poiché venivano colorate con disegni, talvolta dorati. I capoversi dei monumenti letterari di tradizione russa, scritti in slavo antico, come il vangelo di Ostromir (1056-1057), hanno l’aspetto di miniature artistiche.

Una parola “ написанное с красной строки чётким, красивым почерком ” [scritta a capo, con una calligrafia bella e chiara] (Felicyna, Mokienko, 1990), si chiama красное слово (lett. parola rossa). Nell’uso popolare le combinazioni красные слова, красные речи si usavano anche per indicare qualcosa detto in modo spiritoso e arguto. Di qui ha origine l’espressione idiomatica для (ради) красного словца (lett. per il piacere di una parolina rossa) ‘dire qlcs. per farsi bello’. “ Говорится неодобрительно, с оттенком лёгкого пренебрежения в адрес того, кто не упустит возможности осмеять кого-л. или прихвастнуть для того только, чтобы показать своё красноречие ” [Si dice con disapprovazione, con una sfumatura di leggero disprezzo nei confronti di chi non si lascia sfuggire la possibilità di schernire qlc., o fare una millantata soltanto per esibire la propria eloquenza] (ibid.).

L’epiteto красный è attribuito anche al sole, nell’espressione красное солнышко (solicello rosso) ‘bel solicello’ da cui ha origine l’unità fraseologica красный угол (angolo rosso) che inizialmente riflette un orientamento spaziale: infatti questo angolo si trovava a sud-est, nell’ala più soleggiata dell’isba russa. Il sole красное, cioè bello, ha trasmesso questo significato all’ угол, che successivamente diventerà il posto d’onore, riservato alle icone e agli ospiti più illustri.

L’antico significato di ‘costoso’, ‘prezioso’ si riscontra nell’espressione красная цена (lett. prezzo rosso), con cui si indica il valore massimo di un oggetto:“ Всей этой шапке, если хотите знать, красная цена ― οять целковых (Чехов. Холодная кровь) ” [Se volete saperlo, questo cappello costerà al massimo ― cinque rubli (Čechov. Sangue freddo)] (Isserlin, 1951:88).

Alla fine del XVIII, inizio XIX secolo, la parola красный acquisisce un nuovo significato, destinato a lasciare un’impronta significativa nella storia.

Durante la rivoluzione francese, il rosso diventa il simbolo della lotta per la libertà, delle idee rivoluzionarie. Come afferma la Bragina (1967), la connotazione politica di красный nel significato di ‘rivoluzionario’ ha origine dall’espressione francese drapeau rouge (in russo красное знамя, ‘bandiera rossa’): i rossi erano infatti i rivoluzionari che combattevano all’insegna della bandiera rossa. In questo senso, l’aggettivo красный viene sostantivato; come sostantivo sta a significare indica ‘repubblicano’, ‘rivoluzionario’, ‘comunista’.

Già nei poeti rivoluzionari del XIX secolo questa nuova accezione confluisce in quella più antica e nella loro ideologia красный è sinonimo di ‘rivoluzionario’ e nello stesso tempo di ‘fortuna’, di ‘gioia’, di una vita felice che inizia proprio in seguito all’attività rivoluzionaria.

Negli anni della rivoluzione bolscevica (1917-1918), il rosso diventa il simbolo attribuito al regime sovietico, allo stato socialista. Ma perché i bolscevichi hanno scelto proprio il rosso come loro emblema? Possiamo supporre:“ un abile sfruttamento ai fini di propaganda politica dell’antico significato dell’aggettivo красный = красивый, прекрасный, mantenutosi ancora in alcune locuzioni fisse ” (Kreisberg, 2001:48).N.B. anche la scelta dell’arancione come simbolo della svolta democratica ucraina è stata fruttoi di accurati studi sulle connotazioni positive del cromonimo: se vuole, lo può mettere in nota, sennò, non lo metta

Non si tratta dunque di una collimazione casuale di due significati, ma piuttosto di una percezione di un mondo bello e felice in quanto sovietico.

In virtù di questa nuova interpretazione della parola красный, nasce tutta una serie di combinazioni terminologiche che appartengono al campo semantico del comunismo: красный ‘rosso’, Красная Армия ‘Armata Rossa’, красные партизаны ‘partigiani rossi’, красная гвардия ‘guardia rossa’, красный октябрь, ‘ottobre rosso’.

L’equivalenza rosso = bello, migliore, d’onore è chiara in: красная доска ‘lavagna rossa’, albo d’onore dei migliori stacanovisti; Красная стрела ‘freccia rossa’, il migliore e più confortevole treno diretto tra Mosca e Leningrado; красный уголок ‘angoletto rosso’, punto di propaganda comunista in caseggiati, pensionati studenteschi, ecc. Di solito questi locali venivano ornati con manifesti di tela rossa e bandiere rosse.

Come si è potuto constatare, l’aggettivo красный ha una vasta estensione semantica: pertanto, esso non è soltanto uno dei colori basici dello spettro, ma rappresenta un concetto complesso in cui il colore rosso, la bellezza, la felicità, l’onore si fondono in un organico inscindibile. Un tale significato non è soltanto frutto dello sviluppo diacronico del lessema, ma riflette la storia di una lingua, la lingua nazionale russa.

Anche dal punto di vista prettamente cromatico, красный è un aggettivo polisemico: esso può indicare in realtà una vasta gamma di sfumature cromatiche:“ На огромном столе в цехе во множестве лежали бесформенные сгустки и тонкие замысловатые струйки внезапно застывшего цветного стекла, голубые, золотистые и красные: один из них были густо красны, как вышневый сок, другие ярки, как живая кровь, третьи напоминали гранат, четвертые― рубин. (Е. Строгова. Русское стекло) ” [Sopra il tavolo enorme nel reparto giacevano in gran quantità grumi amorfi e sottili fili tortuosi, azzurri, dorati e rossi di vetro colorato, ghiacciatosi all’improvviso: alcuni di essi erano di un rosso denso, come il succo di ciliegia, altri brillanti, come il sangue vivo, i terzi somigliavano al granato, i quarti al rubino. (E. Strogova. Vetro russo)] (Bachilina, 1975: 173).

Per questo motivo gli artisti, ed in particolare i poeti, lo considerano inespressivo e preferiscono utilizzare altri termini che ne designano esattamente le sfumature come алый ‘scarlatto’, багровый ‘vermiglio’, багряный ‘purpureo’, малиновый ‘color lampone’, вышневый ‘color ciliegia’. Quest’ultimi, nonostante la neutralità stilistica di красный, non sono caduti in disuso nella lingua russa moderna, che ha continuato ad arricchirsi con nuovi prestiti: пунцовый ‘scarlatto’, бордо ‘bordeaux’, пурпурный ‘porporino’.

 

Note

  1. La radice черв- è etimologicamente collegata alla parola червь ‘verme’. Infatti, durante il Medioevo, il colorante rosso veniva estratto dalla cocciniglia (in russo насекомое червець).
  2. La forma attuale è алый con il significato di ‘scarlatto’.
  3. S’intende lo slavo ecclesiastico.
  4. Tutte le traduzioni dal russo, ove non diversamente specificato, sono mie.
  5. Le traduzioni del Canto sono di Saronne E. T. (1988).
  6. Esempi tratti da Isserlin E. M. (1951).
  7. Surovceva M. A. (1967) riscontra il primo esempio nel Choždenie di Stefan di Novgorod del 1347.
    Isserlin E. M. (1951) lo colloca attorno al XVI secolo, citando un esempio dai Documenti diplomatici dei rapporti tra lo stato moscovita e la Crimea, del 1515.
    Unbegaun B. O. (1963) in un articolo dedicato a Novgorod, afferma che la parola красный comincia ad essere utilizzata come cromonimo dalla fine del XV secolo:“ En tant que couleur, c’est une expression nouvelle, que date de la fin du XV siecle ”.
  8. Nome dato (a partire dal XVI secolo) ai registri che contenevano i testi della кабала, una particolare forma di contratto, inerente ad un prestito, che prevedeva la schiavizzazione a vita del debitore in caso di mancato rimborso.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Bachilina N. B. (1975). Istorija cvetooboznačenij v russkom jazyke. Moskva: Nauka
  • Berlin B., Kay P. (1991²). Basic Color Terms. Their Universality and Evolution. Berkeley Los Angeles Oxford: University of California Press
  • Bragina A. A. (1967). Krasnyj, seryj, goluboj, in: Russkij jazyk za rubežom, 1, pp. 89-91
  • Bragina A. A. (1967). Krasnoe i zelenoe, in: Russkij jazyk v škole, 28, pp. 106-111
  • Corbett G., Morgan G. (1988). Colour terms in Russian: reflections of typological constraints in a single language, in: Journal of linguistics, 24, pp. 31-64
  • Isserlin E. M. (1951). Istorija slova krasnyj, in: Russkij jazyk v škole, 12, pp.85-89.
  • Kajbijajnen A. A. (1995) (Avtoreferat). Ustojčivye atributivno-substantivnye sočetanija s prilagatel’nym cveta v sovremennom russkom jazyke. Kazan’
  • Kreisberg A. (2001). Le storie colorate. Pescara: Edizioni Tracce
  • Merzuk Ja. (1997) (Avtoreferat). Ustojčivye sočetanija, vključajuščie cvetooboznačenija, v sovremennom russkom jazyke. Voronež
  • Mokienko V. M. (1986). Obrazy russkoj reči. Istoriko-etimologičeskie i etnolingvističeskie očerki frazeologii. Leningrad: Izdatel’stvo Leningradskogo universiteta
  • Saronne E. T. (1988). Il cantare di Igor’. Parma: Pratiche editrice
  • Surovceva M. A. (1967) (Avtoreferat). K istorii cvetovych značenij v drevnerusskom jazyke 11-16 v. Moskva
  • Vartan’jan E. (1963). Iz žizni slov. Moskva: Detgiz.
  • Vojnova S. (1977) (Avtoreferat). Sravnitel’nyj analiz frazeologičeskich edinic s komponentam cvetooboznačenijami. Leningrad
  • Wierzbicka A. (1996). The meaning of Colour Terms and the Universals of Seeing, in: Semantics. Primes and universals. Oxford: Oxford University Press, pp. 287-334

DIZIONARI

  • Čerdanceva T. Z., Recker Ja. I., Zorko G. F. (1982). Ital’jansko-russkij frazeologičeskij slovar’. Moskva: Russkij Jazyk
  • Černych P. Ja (1994). Istoriko-etimologičeskij slovar’ sovremennogo russkogo jazyka, vol. I-II. Moskva: Russkij Jazyk
  • Felicyna V. P., Mokienko V. M. (1990). Russkie frazeologizmy: Lingvostranovedčeskij slovar’. A cura di Vereščagina E. M. i Kostomarova V .G. Moskva: Russkij Jazyk
  • Kovalev V. (2000²). Dizionario russo-italiano italiano-russo. Bologna: Zanichelli
  • Molotkov A. I. (a cura di) (1967). Frazeologičeskij slovar’ russkogo jazyka. Moskva: Sovetskaja Enciklopedija
  • Šanskij N. M., ZiminV. N., Filippov A. V. (2002). Školnyj frazeologičeskij slovar’ russkogo jazyka. Moskva: Drofa
  • Skvorcova N. A., Majzel’ B. N. (1977). Ital’jansko-russkij russko-ital’janskij slovar’. Moskva: Russkij Jazyk
  • Ušakov D. N. (a cura di) (1935-1940). Tolkovyj slovar’ russkogo jazyka, vol. I. Moskva: Sovetskaja Enciklopedija
  • Žukov V. P., Sidorenko M. I., Škljarov V. T. (1987). Slovar’ frazeologičeskich sinonimov russkogo jazyka. A cura di V.P. Žukov. Moskva: Russkij Jazyk
На Растку објављено: 2008-02-29
Датум последње измене: 2008-02-29 22:25:34
 

Пројекат Растко / Пројекат Растко Италија